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Parco Duca di Cesarò

Caratteristiche

Figura 1Figura 1

Superficie: 22.400 m2

Ha forma irregolare simile a quella di un rettangolo fortemente allungato che confina ad ovest per ml. 28 lungo la via Roma, a nord per ml. 275 lungo la via Bagnoli Croce, ad est per ml. 54 lungo la rampa di raccordo con la via Pirandello e a sud per ml. 285 con la scarpata sovrastante la strada statale n. 114 Orientale Sicula.

Descrizione

Il Parco ha una lunghezza di 280 metri e una profondità massi­ma nella parte centrale di circa 70 metri. Ad andamento legger­mente acclive ha una pendenza media nel senso longitudinale del 2,5% ed un dislivello massimo di 7 metri.

Figura 2Figura 2

Sinteticamente il parco può essere diviso in tre parti:

  1. Quella centrale, in corrispondenza all'ingresso principale, si articola su due livelli ed è caratterizzata da un impianto arboreo simmetrico, su cui sono posizionati uno degli alveari della Trevelyan, il monumento ai caduti della guerra del 1915-18, il monumento dei marinai d'Italia, il mas (maiale) dedicato alla medaglia d'argento al valore militare Leone e il cannone risalente al 1915.
  2. La parte a sud è definita da una grande aiuola a cuneo in direzione dell'ingresso di via Roma e costituisce una sorta di parco delle rimembranze; vicino ad alberi di vario tipo vi sono dei filari di ulivi dedicati ai caduti della Grande Guerra.
  3. La parte nord, più ampia, si sviluppa su due livelli raccordati da una rampa inclinata e divisa da una piazza centrale allunga­ta, pavimentata in modo diverso: per il ballo (la rotonda), per il gioco, per la sosta.

La zona a quota più alta è caratterizzata da due viali paralleli che collegano l'ingresso lato nord con quello centrale. La pineta ed il giardino degli odori, antistante gli uffici, defini­scono la zona a quota più bassa.

La pineta in particolare è organizzata secondo un andamento molto libero in cui coesistono due sistemi arborei.

I pini pinea creano un tetto verde continuo al di sotto del quale crescono esemplari di kentia, chamadorae e chamaerops.

Due grandi padiglioni, ubicati a cavallo delle due zone, defini­scono da un lato la piazzetta antistante l'ingresso nord e dall'al­tro il giardino degli odori vicino alla parte centrale.

Un lungo ed articolato viale panoramico funge da margine lungo la scarpata per tutto lo sviluppo della villa delimitato da una fitta siepe di bouganville e da un parapetto traforato.

Notizie Storiche

La nascita e la formazione del Parco è legata alla storia recente di Taormina, a quel periodo, che ha inizio nella metà del XIX secolo, in cui un grande flusso di viaggiatori stranieri è attratto dalla felice combinazione di elementi che Taormina riserva ancora oggi ai suoi ospiti: un clima eccezionalmente mite, scorci naturali e varietà di paesaggi di rara bellezza, reperti architetto­nici e archeologici fra i più interessanti della Sicilia.

È quel periodo in cui a Taormina si stabilirono geniali personag­gi, primi tra tutti il pittore Otto Geleng, il giornalista fotografo Von Gloeden e il barone Carlo Stempel, che, oltre a divulgare in tutta Europa la fama di Taormina, costruirono le loro dimore con giardini e ville nei posti più incantevoli della città.

Il Parco è il lascito meraviglioso di un personaggio illuminato, Florence Trevelyan amante della natura e delle cose belle, che dopo aver viaggiato a lungo decise di stabilirsi in questo angolo della Sicilia.

Di antica famiglia scozzese giunse a Taormina nel 1889 all'età di 37 anni, probabilmente invitata a lasciare l'Inghilterra, in segui­to a una vicenda sentimentale con il principe ereditario Edoardo VII e alloggiò al Timeo, unico albergo del luogo, con i suoi cinque cani e una dama di compagnia.

L'anno dopo sposò il taorminese Salvatore Cacciola, professore di Anatomia Patologica alla Università di Padova e andò a vive­re nel settecentesco palazzo Cacciola, monumentale edificio circondato da un luss

Dopo la tragica morte del figlioletto appena nato la sua vita cambiò radicalmente. Si dedicò ad opere filantropiche e fu con­siderata con rispetto dai taorminesi che la chiamano "à 'ngrisa" (l'inglese). Si impegnò nella progettazione e realizzazione del giardino che fu arricchito delle sue estrose costruzioni (beehives).

Consistenza del verde

Figura 3Figura 3

Il Parco è caratterizzato dalla presenza di diverse specie di essen­ze arboree tipiche della flora mediterranea.

È possibile cataloga­re tre gruppi di essenze:

  1. alberi d'alto fusto quali: l'ulivo, il pino, il cipresso, la palma, che costituiscono il nucleo principale;
  2. alberi tropicali di grande bellezza e rarità quali: l'eritrina cristagalli, la chorisia speciosa e l'aucuba iaponica, che configurano una sorta di giardino botanico;
  3. una vasta varietà di arbusti rampicanti, siepi e fiori che definiscono e decorano le aiuole e i muri del parco.

Strutture architettoniche ed elementi ornamentali

I padiglioni all'interno del Parco costituiscono per la loro estro­sità ed originalità gli elementi di maggiore attrazione: di stile eclettico, ispirati alle costruzioni orientali, sono organizzati secondo un sistema di terrazze aperte sovrapposte con elemen­ti strutturali ad archi e terminano in sommità con delle piccole torrette quadrate.

Figura 4Figura 4

Ideati e realizzati da Florence Trevelyan Cacciola tra il 1890 e il 1899 vengono chiamati "the beehives" (alveari). In essi la Trevelyan era solita passare le sue giornate; ora sono utilizzati come piccoli belvedere panoramici.

Molteplici sono gli accostamenti dei materiali usati: si va dalla muratura di pietrame a vista di vario taglio e dimensioni, per le parti basamentali, alle murature di mattoni alternate con ricorsi di pietra lavica per le torrette, all'uso del mattone a vista per tutti gli elementi voltati e a quello dei tronchi di legno rustici per balconcini e gli sbalzi.

Fra gli elementi ornamentali è da sottolineare, oltre ai parapetti traforati in laterizio, la pavimentazione dei vialetti e delle aree libere. La pavimentazione è caratterizzata dall'accostamento di vari disegni geometrici, realizzati con mattoni semipieni traforati collocati di piatto e campi di piccole pietre levigate e cementate, che nel complesso creano una fitta maglia continua, di grande effetto.

Rapporti ambientali

Il Parco si trova su una delle più ampie "Terrazze marine" della zona.

Si tratta di aree pianeggianti poste alla sommità di rilievi forma­tisi in epoca quaternaria a causa del bradisismo marino.

Il disegno del Parco si apre alla città, entra a colloquio con essa lungo la via Roma e la via Bagnoli Croce, sulle quali si aprono gli ingressi, mediante una lunga cancellata che non solo sbarra la vista del mare ma ne sottolinea e ne esalta l'effetto. La massa verde del Parco, insieme agli altri giardini, adagiati sui pendii del monte Tauro, si inserisce a pieno titolo tra gli elemen­ti naturali a più grande scala: la costa di ponente, la baia di Naxos e, sullo sfondo, il vulcano innevato.